L’implantologia in campo dentale agisce nei casi di perdita di denti parziale o totale, inserendo chirurgicamente nell’osso della mandibola e della mascella delle viti in titanio su cui possono essere collegate protesi fisse o mobili, in modo da ripristinare sia la corretta funzione masticatoria che l’estetica, ricreando un bel sorriso senza più spazi mancanti.
Questo nuovo approccio vede la sua nascita negli anni ’50 e 60’ del secolo scorso, come rivoluzione nell’ambito della protesi dentale. I primi impianti furono ad ago, a lamina o a vite, prodotti con i materiali più vari. In Italia uno dei maggiori pionieri del settore fu il dott. Tramonte nel 1964, che indicò il titanio come il miglior materiale per questa metodologia terapeutica. Ad oggi l’evoluzione di questa disciplina permette di ripristinare una corretta masticazione nella quasi totalità dei casi.
Le tecniche e gli impianti sono di tanti tipi diversi, ma quasi tutti sono ad oggi realizzati in titanio, il metallo più biocompatibile che esiste, oltre che dotato di grande resistenza e durata nel tempo.
Le viti in tale materiale vengono chirurgicamente inserite all’interno dell’osso e lasciate un certo lasso di tempo (da tre a sei mesi circa) affinché avvenga un processo detto osteointegrazione, ovvero la “fusione” tra l’elemento artificiale con l’osso, saldando la base per fissare in seguito le protesi definitive.
Per l’inserimento degli impianti è bene accertarsi che vi sia sufficiente tessuto osseo per consentire una buona stabilità alla struttura. Se questo manca o non basta quello presente, bisogna crearlo mediante specifici interventi per ricostruirlo, che allungano i tempi per arrivare alla soluzione del caso, ma sono comunque indispensabili al risultato.
L’implantologia, grazie alle recenti evoluzioni scientifiche e tecnologiche, ha sviluppato diverse tecniche che permettono di eseguire tali operazioni in maniera meno invasiva e fastidiosa per il paziente, oltre che in totale sicurezza. In alcuni casi, come l’implantologia a carico immediato, si riesce ad intervenire, sostituendo tutti i denti in arcata, con un solo intervento nello spazio di un solo giorno.
Un appunto finale importante: esistono casi dove è sconsigliata l’implantologia. Se ci troviamo di fronte a malattie sistemiche gravi o all’uso di particolari farmaci (come, ad esempio, quelli utilizzati durante la cura della osteoporosi) è molto meglio evitarla, in quanto l’inserimento di un impianto potrebbe portare a spiacevoli complicazioni.